Punti Chiave:
Monitoraggio e Marketing Aggressivo:Conosciamo tutti bene l’esperienza. Facciamo una ricerca, digitiamo delle parole su Google, Facebook o Amazon, e poi quella cosa inizia a inseguirci dappertutto. Più che esserci abituati ci siamo arresi a questa realtà.
Ma perché succede così? Il motivo è semplice: con l’avvento di internet, e l’esplosione del commercio online, negli ultimi 20 anni il grosso dell’economia mondiale si è trasferita dai settori finanziari/energetici al dominio dei colossi della tecnologia. Questi traggono profitto principalmente grazie al marketing targetizzato, che avviene totalmente in rete e basa la sua efficacia sulla capacità di profilare ogni utente e proporgli inserzioni cucite su misura.
Praticamente ogni sito e ogni attività online ha dovuto adeguarsi al sistema della profilazione per una questione di sopravvivenza. Il risultato è che siamo sorvegliati dalla tecnologia che usiamo, per raccogliere dati che poi potranno essere venduti o usati per venderci qualcosa.
Parallelamente, l’assuefazione dei consumatori al bombardamento pubblicitario ha generato negli anni il ricorso a tecniche sempre più estreme, nel tentativo di continuare a catturare l’attenzione e massimizzare il profitto.
La combinazione di questi due elementi ha generato un ricetta micidiale, che è diventata il fulcro di tutto l’e-commerce. Per quanto più redditizia del marketing tradizionale, ha provocato l’intrusione nelle nostre vite di software tracciante, cookie, pubblicità invadenti, pop-up e interruzioni di ogni tipo.
In Europa con il GDPR c’è stato un tentativo di contenimento di questo fenomeno, a tutela di privacy e trattamento dati. Di fatto però è andata a finire che ogni volta che apriamo un sito abbiamo una finestra di pop-up in più che clicchiamo meccanicamente per accedere ai contenuti che ci interessano.
Il Prezzo da Pagare:Tutto questo ha purtroppo serie conseguenze su molti fronti. Chi ne paga il prezzo? Noi utenti naturalmente. In molti usano il web con totale leggerezza non rendendosi conto dei costi enormi che pagano in termini di calo della soglia di attenzione, stress, alienazione e tempo perso. Per non parlare della privacy che ormai è un concetto evaporato.
- Perdita di privacy. Sebbene una minima parte dei cookie siano indispensabili alla funzionalità dei siti, la stragrande maggioranza del tracking ha finalità di profilazione. Gli algoritmi hanno raggiunto un livello di sofisticazione tale che si insinuano nelle nostre giornate in maniera subdola, lasciandoci nell’illusione di essere noi a prendere decisioni. La superficialità con cui vengono affrontate queste tematiche è disarmante. Quanti di quelli che dicono ‘Se non hai niente da nascondere allora non importa essere tracciati o rinunciare alla privacy’ ci credono veramente nel profondo, invece di stare ripetendo roboticamente uno dei mantra di questa epoca nevrotica? La privacy è un diritto umano. Non ha niente a che vedere con l’aver qualcosa da nascondere.
- Calo dell’attenzione. La risorsa personale più importante che abbiamo è la capacità di concentrazione. Per vari motivi. Innanzitutto perché l’attenzione è disponibile in quantità limitata, in quanto possiamo concentrarci su una cosa sola per volta ed è difficile mantenerla a lungo. Poi perché, per via di come funziona la psiche, le cose su cui focalizziamo la nostra attenzione hanno il potere di condizionarci e trasformarci, in meglio o in peggio. Infine perché non abbiamo altro modo di funzionare ed essere efficaci nel mondo se non stando attenti: è così che siamo in grado di imparare, lavorare, interagire. Chi cattura la nostra attenzione sa di avere per le mani qualcosa di estremamente prezioso. E’ per questo che è in corso una competizione febbrile per afferrarla, manipolarla e trattenerla ad ogni costo, con tecniche sempre più assurde.
Oggi tra finestre di pop-up, notifiche, animazioni, autoplay e affini la nostra capacità di mantenere l’attenzione fissa su una cosa alla volta, e per lunghi periodi di tempo, viene costantemente impoverita.
Le conseguenze sul lungo termine sono devastanti: una società di automi che cliccano compulsivamente, scrollano col cervello spento e non sono in grado di staccare lo sguardo dallo schermo. Secondo il famoso principio della rana bollita, ci troviamo gradualmente con una soglia di attenzione sempre più bassa e incapaci di soffermarci su qualcosa per più di qualche secondo, con conseguenze gravissime non solo sulla nostra capacità produttiva ma anche sulla qualità della vita, vista la facilità con cui perdiamo il momento presente. - Minore velocità e maggior consumo. Sul lato pratico ci sono le questioni della velocità e del consumo. Maggiore è il livello di tracciamento dell’utente, più numerosi sono gli script che girano in sottofondo per consentire di monitorare vari aspetti della nostra attività. Inoltre più finestre, immagini, e pubblicità si aprono, più aumentano i gigabyte di traffico. Tutto questo provoca non solo una riduzione della velocità di navigazione, ma anche un maggiore utilizzo della potenza di calcolo del dispositivo, e quindi più consumo energetico, soprattutto nell’utilizzo di mobile.
- Acquisti compulsivi. Se ci è mai successo di comprare qualcosa e poi renderci conto che lo abbiamo fatto compulsivamente, con la strana sensazione di essere stati manipolati, non siamo soli.
Be Brave:Se è vero che la semplicità è la più alta forma di sofisticazione, allora anche nell’usare il web è giunto il momento di resettare, riappropriasi del proprio spazio/tempo/energie e riprendere a fare le cose con un po’ di buon senso. Per fortuna negli ultimi anni in molti hanno iniziato a porsi queste domande e a cercare delle soluzioni alternative.
Tra le proposte migliori per la navigazione su internet è comparso Brave, un browser gratuito assolutamente rivoluzionario, la cui missione è esplicitamente ‘aggiustare internet’. L’obiettivo è ristabilire un equilibrio dove l’utente ha in mano le leve che gestiscono cosa vede, e quando e come vengono utilizzati il suo dispositivo, il suo tempo, i suoi dati e la sua attenzione.
Per quanto spavaldo sia l’approccio del team, a capo del quale troviamo Brendan Eich, il creatore di Javascript e co-fondatore di Mozilla (Firefox), Brave di fatto contribuisce a risolvere tutti i problemi elencati prima.
Come spiegheremo tra poco, non solo blocca gli elementi indesiderati, ma consente di ottimizzare l’esperienza dell’advertisement creando una triangolazione tra inserzionisti, utenti ed editori (creatori di contenuti).
Dal punto di vista tecnico è basato su Chromium, il codice open source di Google dal quale sono stati sviluppati browser come Chrome (Google), Edge (Microsoft) e Opera, ad esempio.
Per questo motivo l’esperienza che abbiamo nel suo utilizzo è a livello superficiale identica a quella di molti altri browser.
Caratteristiche:Brave si distingue per cinque caratteristiche fondamentali.
- Ha un ad-blocker integrato che ferma automaticamente tutte le attività relative a pubblicità, tracker, cookie, script e altri sgraditi componenti che lavorano in sottofondo quando apriamo una pagina web. Questo si traduce in più privacy, meno distrazioni, più velocità (è tre volte più veloce di Chrome), e meno traffico consumato, per via degli script che non devono lavorare e dei file che non vengono caricati. Il risultato è che le pagine, oltre ad aprirsi più in fretta, hanno un aspetto molto più leggero.
- Ha un circuito interno per la gestione delle pubblicità, il quale permette di ricevere pagamenti in criptovaluta come ricompensa se decidiamo di consentire a messaggi pubblicitari di raggiungerci mentre navighiamo. Qui sta la vera unicità di Brave. Ribalta completamente l’approccio mettendo nelle nostre mani il controllo della situazione. Siamo noi a decidere se ricevere pubblicità e a che condizioni.
Per garantire la rilevanza delle inserzioni che ci vengono proposte senza compromettere la privacy, Brave opera su un circuito dedicato che integra inserzionisti, utenti e creatori di contenuti. Il salvataggio delle informazioni relative alle nostre preferenze avviene solo localmente sul nostro dispositivo, e un sistema di apprendimento con intelligenza artificiale seleziona le pubblicità più pertinenti. Nessuna traccia della nostra attività online lascia il dispositivo che stiamo usando.
Anche il modo in cui queste inserzioni vengono proposte è studiato per essere il meno invasivo possibile. Appare una notifica simile a quelle del sistema operativo in uso, e possiamo decidere di cliccare sull’annuncio, chiuderlo o semplicemente ignorarlo.
La visita di un sito pubblicizzato comporta come accennato una ricompensa in criptovaluta.
Brave trattiene solo il 15% degli introiti delle inserzioni: il 55% va agli editori, il 15% a noi utenti e il rimanente 15% a sponsor del progetto. - Ha integrato un portafoglio per criptovalute (Brave Wallet) che è molto simile a Metamask, e che permette di usare Ethereum e tutti gli ERC20 token. E’ in programma l’aggiunta di supporto ad altre monete, tra cui Bitcoin.
- Permette di aprire una finestra privata con Tor incorporato. La maggior parte dei browser offrono la modalità privata, che nasconde la cronologia di navigazione ma non impedisce che tutto il resto dei nostri dati siano monitorati. Il Tor invece protegge la nostra attività su internet per mezzo di una connessione criptata che nasconde ai siti che visitiamo la nostra identità e posizione.
- Ha anche integrato un motore di ricerca, per ora in versione beta, che punta tutto sulla privacy evitando di immagazzinare informazioni riguardo le ricerche degli utenti.
Tutto questo in cosa si traduce concretamente? Finora questo mese ho ricevuto 2.5 BAT. In circa 6 mesi di utilizzo da quando l’ho installato sul mio nuovo pc ho risparmiato 6 ore e mezzo del mio tempo, 14 gigabyte di traffico e quasi mezzo milione di tracker e pubblicità bloccate (!). Non male.
Basic Attention Token:Il modello alla base della ricompensa per le pubblicità visionate merita un approfondimento.
In Brave ogni volta che vediamo una pubblicità ci viene elargito un token, un gettone chiamato Basic Attention Token. Questo gettone è un modo di rappresentare il valore della nostra attenzione e darci una ricompensa quando scegliamo di metterla a disposizione.
Il Basic Attention Token è una criptovaluta chiamata BAT. Come ogni criptovaluta, i BAT hanno un valore di mercato variabile, con un massimo storico di 1,5 euro al pezzo e un minimo di circa 10 centesimi.
Man mano che navighiamo vengono accumulati e poi trasferiti in un portafoglio interno al browser (distinto dal Brave Wallet), con cadenza mensile.
Il loro valore può essere speso in vari modi:
- Possiamo usarli per dare contributi a cadenza regolare ad autori, editori e creatori di contenuti che apprezziamo e che visitiamo di frequente.
- Possiamo usarli per lasciare mance in profili social e siti, mentre navighiamo, a nostro piacimento.
- Possiamo conservarli e poi incassarli e trasformarli in euro su un exchange. E’ sufficiente creare un account su Gemini, l’exchange partner di Brave (Uphold su mobile), e trasferire lì i nostri BAT per poi decidere se scambiarli con altre criptovalute o venderli e incassare euro. Navigando normalmente si può guadagnare qualche euro di criptovalute al mese. Il Basic Attention Token è un ERC20 Token, e quindi può essere scambiato con Ethereum o altri ERC20 token usando Uniswap o Metamask. Esiste inoltre su molte delle reti principali, come Binance, Solana, Near e Avalanche. Naturalmente è possibile anche il processo inverso: se vogliamo aggiungere fondi da usare per contributi e mance possiamo comprare BAT direttamente su un exchange.
Il logo del Basic Attention Token è un triangolo, per rappresentare simbolicamente l’ideale punto di incontro tra pubblicitari, utenti e creatori di contenuti che questo progetto costituisce.
Ricompense Brave:Nelle impostazioni di questo browser abbiamo una sezione denominata ‘Ricompense Brave’, dalla quale possiamo regolare i parametri del token:
- Annunci pubblicitari: qui scegliamo quanta pubblicità ricevere. Come detto possiamo benissimo scegliere di non vederne affatto. Se decidiamo di si, invece, sta a noi stabilire in che quantità, da un minimo di 1 a un massimo di 10 ogni ora.
- Auto contributo: con questa opzione possiamo decidere di dare ogni mese un contribuito automatico ai siti/editori sui quali navighiamo di più, sulla base del tempo che ci passiamo e delle visite mensili che effettuiamo.
- Contributi mensili: in questo caso possiamo decidere di dare un contributo ricorrente a siti/editori che vogliamo supportare direttamente, indipendentemente da quanto li visitiamo.
- Donazioni: le donazioni vengono lasciate manualmente sulla pagina visitata, cliccando sul logo BAT nel browser e selezionando ‘Invia una Mancia’, e qui troviamo il riepilogo delle mance lasciate nel mese corrente. In aggiunta notiamo le regolazioni per abilitare i social sui quali vogliamo essere in grado di premiare un contenuto specifico. As esempio, chi usa Twitter su Brave trova una icona con il logo del Basic Attention Token, a destra del tasto di condivisione, che consente di dare una mancia anche a un singolo tweet.
Se abbiamo un sito o creiamo contenuti è possibile aderire in pochi passi al programma dei creator affiliati cliccando QUI e inserendo l’indirizzo della nostra pagina web o profilo social. Così facendo potremo ricevere BAT anche attraverso questo canale.
Come Installarlo:Brave è disponibile sia per desktop che mobile. Il browser supporta l’italiano e si apre automaticamente nella lingua del sistema operativo che stiamo usando.
La transizione dal vecchio browser è semplicissima e guidata passo passo dalla stessa applicazione con istruzioni dettagliate.
Tuttavia questa possibilità esiste solo per desktop. Su smartphone abbiamo invece l’opzione di sincronizzare privatamente i dati di Brave agli altri dispositivi su cui è installato.
Vediamo ora come procedere con la transizione e iniziare a usarlo nell’arco di qualche minuto.
1– Download del Software: visitiamo https://brave.com e clicchiamo su Download. Dopo aver completato l’installazione come per qualsiasi altro software, apriamo Brave per giungere a questa schermata.
2- Importazione Dati: seguendo la procedura guidata importiamo i dati dal browser che usavamo in precedenza. Possiamo ripristinare segnalibri, cronologia e impostazioni con un click.
Per quanto riguarda le estensioni, sebbene tutte le estensioni disponibili per Chrome funzionino senza problemi, bisogna installarle una per una. Non dimentichiamo che le estensioni per impedire il tracciamento o bloccare pubblicità su Brave non sono più necessarie.
3- Primo Utilizzo: L’interfaccia è molto simile a quella dei browser più comuni e anche le opzioni a disposizione e i menu sono gli stessi. Il menu principale si raggiunge cliccando sulle tre barrette orizzontali (hamburger menu) in alto a destra (in basso su mobile).
Qui troviamo le scorciatoie per accedere, tra le altre cose, alle impostazioni, alle estensioni e alle ricompense di Brave.
Le uniche differenze peculiari sono i due loghi che appaiono in alto a destra. Il primo è quello della testa di leone, simbolo di Brave, cliccando sulla quale si accede al pannello di controllo in cui possiamo abilitare o disabilitare selettivamente le protezioni contro pubblicità e tracker.
L’icona è grigia quando le protezioni sono disattivate, e arancione quando sono in funzione. Al suo interno mostra un numero che indica la quantità di elementi bloccati.
Il secondo è il simbolo triangolare del Basic Attention Token, che ci permette di vedere un riepilogo dei gettoni che abbiamo o di mandare una mancia al sito che stiamo visitando. Da qui possiamo anche accedere alle impostazioni delle ricompense di Brave. Quando un editore, sito, o creatore di contenuti è verificato, il logo BAT lo indica mostrando una spunta blu.
4- Le Ricompense di Brave: Come visto per gestire le ricompense possiamo cliccare sul link nel menu principale, oppure su quello all’interno del pannello che si apre tramite l’icona triangolare BAT.
Qui è dove impostiamo tutte le preferenze relative agli annunci, ai contributi e alle donazioni che abbiamo discusso prima. Da qui possiamo anche effettuare il collegamento del nostro portafoglio ricompense all’exchange Gemini affiliato a Brave.
5- I Portafogli di Criptovalute: La versione desktop prevede anche la possibilità di creare un wallet per criptovalute. Questa opzione tende a creare un poco di confusione. Difatti il wallet che contiene i nostri BAT e quello che possiamo creare qui sono due portafogli separati: mentre il primo si attiva automaticamente all’installazione del browser per la gestione delle ricompense e può contenere solo BAT, il secondo è opzionale, si chiama Brave Wallet ed è un vero wallet multivaluta.
Semplicemente gli sviluppatori, osservando la crescente adozione delle criptovalute, hanno pensato di mettere a disposizione dei loro utenti anche questa possibilità.
6- La Sincronizzazione con Mobile: Dopo aver completato l’installazione su desktop possiamo scaricare Brave anche sul nostro dispositivo mobile, sempre visitando https://brave.com. Una volta aperta l’app apparirà un breve tutorial che possiamo seguire o chiudere subito.
Saremo così nella home page predefinita, dalla quale cliccando i tre pallini in basso a destra accediamo al menu principale. Qui selezioniamo ‘Impostazioni’, e arriviamo a un menu nel quale appare la voce ‘Sincronizzazione’.
A questo punto basta selezionare ‘Sincronizzazione’ anche dal menu sul desktop per attivare una ‘Catena di Sincronizzazione’. Ci verrà chiesto quale tipo di dispositivo vogliamo sincronizzare e mostrato un codice QR da scansionare con lo smartphone.
Nelle impostazioni possiamo decidere se sincronizzare tutto o solo una parte delle informazioni. Le ricompense in BAT vengono gestite separatamente per ogni dispositivo e non si possono sincronizzare.
Siamo pronti per goderci tutti i benefici di questo browser. Ci conquisterà in un attimo e impareremo ad apprezzarne le molte caratteristiche man mano che lo usiamo quotidianamente.
Tokenizzazione:Un gettone o token è una unità di valore digitale, un modo di archiviare il valore di un bene rappresentandolo digitalmente, così da poterlo conservare o scambiare. La tokenizzazione è quindi il processo di trasformazione di qualcosa di valore in un token digitale che è il suo corrispettivo e che può essere comprato, venduto o trasferito.
Tra le molte possibilità offerte da questa soluzione, c’è quella di consentire la creazione di un diritto di proprietà e di un mercato libero per risorse che in precedenza non lo avevano, o avevano un mercato poco equilibrato.
Il Basic Attention Token è esattamente questo: un progetto con l’obiettivo di quantificare e remunerare un bene essenziale come la nostra attenzione, in un modo che prima delle criptovalute non era possibile.
E’ una delle magie delle crypto: il motivo per cui si parla spesso di rivoluzione è che tutti i progetti di qualità risolvono un problema importante, che spesso riguarda questioni fondamentali della nostra vita. Ad esempio, come abbiamo già discusso, Bitcoin offre una alternativa alla situazione del sistema monetario corrente, che è profondamente corrotto e alla radice di innumerevoli problemi, non solo economici.
In definitiva, Brave non solo è un browser che offre qualità superiori, ma è anche un ottimo modo per iniziare a conoscere il mondo delle criptovalute.
Conclusioni:In pieno allineamento con la filosofia cripto, Brave browser non ci impone niente: siamo noi a decidere, e così riprendiamo il controllo della situazione e ci riappropriamo della nostra attenzione, spazio, libertà, tempo e intelligenza.
L’incentivo viene messo nelle nostre mani. Se a noi va di vedere più pubblicità e ricevere più token, siamo libero di farlo. E con la gestione del livello di protezione diventiamo noi i tutori della nostra privacy. Essenzialmente si tratta di avere a disposizione una scelta che prima non esisteva.
In un’epoca in cui siamo bombardati da tentativi sempre più aggressivi di raccogliere i nostri dati e avere un poco della nostra attenzione, è nostro dovere difenderci, ragionare con la nostra testa, e prenderci cura di ciò che di più prezioso abbiamo. Brave è solo un piccolo tassello di questo riappropriarci di risorse che lentamente ma inesorabilmente ci vengono sottratte da chi vorrebbe che gliele regalassimo.
Ci salutiamo con la risposta che compare sulla home page di Brave alla domanda: ‘Perché la mia privacy è così importante?’.
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