Quando pensiamo a Bitcoin e Criptovalute la parola ‘stabile‘ non è esattamente la prima che viene in mente. Sappiamo bene che a dispetto degli enormi vantaggi di questi strumenti rimane il punto dolente dell’intensa volatilità.
Per i deboli di stomaco vedere fluttuare il valore di un investimento di percentuali a doppia cifra in una giornata qualsiasi è un’esperienza sconcertante.
Anche nelle fasi di mercato in rialzo non mancano continue turbolenze lungo il percorso.
In questo caos è fondamentale che esista un luogo sicuro, all’interno dell’ecosistema, dove utenti e investitori possano proteggersi da andamenti dei prezzi rischiosi e affidarsi a monete che non perdano valore.
L’opzione di entrare e uscire frequentemente dal sistema finanziario tradizionale, pur praticabile in teoria, è dispendiosa, scomoda e in contraddizione con molti dei principi della blockchain, tra cui quelli di eliminare gli intermediari e proteggere la privacy.
Per fortuna viene in nostro soccorso una soluzione intelligente ed efficacissima, che funziona come fosse contante e negli anni si è affermata come componente vitale dell’universo cripto: le Stablecoin.
Come dice il nome si tratta di un diverso tipo di criptovaluta, che cerca di fare l’opposto di tutte le altre monete: mantenere un prezzo stabile, risolvendo la questione del divario tra criptovalute e Fiat e consentendo di eludere la volatilità senza ricorrere a manovre macchinose. In realtà, come vedremo, permettono di fare molto di più.
In questa guida approfondiamo il loro funzionamento, le tipologie, come trarne il massimo beneficio e come usarle in maniera sicura.
Punti Chiave:
Le Stablecoin sono criptovalute che si prefiggono di mantenere un prezzo costante, per consentire agli investitori di proteggersi dalla volatilità del mercato e di usarle più agevolmente come forma di pagamento.
Sono ancorate al valore di asset di riferimento come il dollaro statunitense, l’euro o l’oro.
La stabilità è ottenuta mediante collaterale come moneta Fiat o altre criptovalute, oppure algoritmicamente.
Cosa Sono:Anche se si evolvono continuamente verso i più disparati utilizzi, le criptovalute sono inizialmente nate come nuova forma di denaro e network di pagamento distribuito su Internet.
Trattandosi di strumenti che hanno poco più di un decennio di storia alle spalle, le dimensioni del loro mercato sono ancora relativamente ridotte.
Questo comporta che anche il prezzo di cripto popolari come Bitcoin è soggetto a forti oscillazioni. Nei progetti più piccoli il fenomeno è ancora più evidente, in quanto bastano capitali modesti per muovere significativamente le quotazioni.
Si tratta di un grosso limite, perché la volatilità è di fatto un impedimento al godere dei vantaggi della decentralizzazione dei soldi e del libero accesso a sistemi di pagamento economici, veloci, sicuri e aperti a tutti.
Non si può infatti immaginare di usare criptovalute in condizioni del genere per transazioni di tutti i giorni, ed è per questo che commercianti e utenti, a parte rare eccezioni, si affidano ancora largamente alla stabilità del sistema finanziario tradizionale.
Per lo stesso motivo le criptovalute hanno per ora preso piede soprattutto come forma di investimento.
Ecco dove entrano in gioco le Stablecoin, che cercano di sintetizzare il meglio di entrambi i mondi: il prezzo fisso delle monete Fiat e la flessibilità, praticità, privacy e disintermediazione delle criptovalute.
In sintesi si tratta di un tentativo di creare criptovalute non volatili, garantendone la stabilità per mezzo di un meccanismo di ancoraggio, definito ‘peg‘, ad asset esterni.
La soluzione prevalente è quella di collegarle al dollaro statunitense, che lo status di riserva mondiale rende la valuta Fiat di fiducia alla quale rivolgersi per entrare e uscire da una posizione, realizzare un profitto o preservare il proprio capitale durante una fase tempestosa.
Naturalmente nessuno vieta di compiere queste operazioni tornando su veri dollari (o euro), cosa che in linea di massima gli exchange centralizzati supportano, ma come accennato spostarsi frequentemente tra Fiat e cripto è scomodo, costa parecchio in commissioni, richiede tempo, è monitorato ed espone ai rischi del passare dai propri cold wallet non custodial a quelli degli exchange.
Le Stablecoin hanno conquistato così un ruolo determinante nel mercato delle criptovalute, perché superano ognuno di questi limiti e permettono le stesse manovre mantenendo i capitali al suo interno.
Quest’ultima è una componente cruciale, in quanto l’esistenza delle Stablecoin assicura la liquidità che, come in tutti i mercati finanziari, è alla base di un funzionamento efficace in grado di sostenere l’enorme quantità di trading che ha luogo.
Se il mercato cripto è un motore, le Stablecoin sono l’olio che permette di farlo girare. Basti notare che nell’elenco delle dieci criptovalute più importanti per capitalizzazione di mercato ci sono sempre almeno un paio di Stablecoin. Tutti fondi che in loro assenza sarebbero parcheggiati fuori dall’ecosistema.
Dal punto di vista pratico le Stablecoin consistono in monete che mentre mantengono lo stesso valore dell’asset di riferimento agiscono come ogni altra criptovaluta, mettendo a disposizione gli stessi strumenti e permettendo tutte le stesse operazioni.
Essenzialmente sono copie di veri dollari (o altro asset) dislocate sulla blockchain. Gli utenti le possono acquistare in cambio di dollari, euro o altre cripto, su exchange sia centralizzati che decentralizzati, ad esempio scambiandole per Ether in un wallet Web3.0 come MetaMask o in un Dex come Uniswap.
Possono poi usarle per fare trading, inviarle, conservarle o usarle in protocolli DeFi, oltre naturalmente a impiegarle finalmente come mezzo di pagamento assimilabile alle valute tradizionali. Possono infine tornare su altre cripto o Fiat in qualsiasi momento.
Il tutto stabilendo senza vincoli quando esporsi o sottrarsi alla volatilità.
Sebbene l’ancoraggio al dollaro sia la soluzione più frequente, ci sono Stablecoin basate sull’euro, sull’oro, su altri metalli preziosi e anche sulle materie prime.
Esistono decine di Stablecoin, emesse da compagnie specializzate, che in quanto entità private competono per contendersi una fetta della liquidità del mercato.
Tra le più note abbiamo:
- USDT: USD Tether, emessa da Tether, collateralizzata con Fiat e ancorata al dollaro americano.
- USDC: USD Coin, emessa da Circle e Coinbase, collateralizzata con Fiat e ancorata al dollaro americano.
- DAI: rilasciata da MakerDAO, collateralizzata con altre criptovalute, e ancorata al dollaro americano.
- BUSD: Binance USD, gestita dall’exchange Binance in collaborazione con Paxos, collateralizzata con Fiat e ancorata al dollaro americano.
- TUSD: True USD, costruita sulla piattaforma TrustToken, collateralizzata con Fiat e ancorata al dollaro americano.
- PAXG: Paxos Gold, rilasciata da Paxos, ancorata all’oro misurato in once e collateralizzata con vero oro.
- USDN: USD Neutrino, rilasciata dall’omonimo protocollo e ancorata algoritmicamente al dollaro americano usando la criptovaluta WAVES come collaterale.
Nei prossimi paragrafi vedremo in profondità i diversi meccanismi di funzionamento.
Ognuna di queste esiste su una o più blockchain ed è disponibile su un certo numero di exchange e in una selezione di trading pair (le coppie in cui è possibile scambiarle) più o meno ampia, in base alle politiche della società che la emette e all’adozione e popolarità di cui gode.
Tipicamente ogni progetto distribuisce token sulla blockchain principale su cui viene sviluppato, ad esempio Ethereum, e poi in base alle necessità e prospettive di diffusione emette quantità aggiuntive su ulteriori network, fino all’estremo di USDT che esiste su decine di reti.
Il modello di business di queste compagnie varia da moneta a moneta. Possono realizzare un profitto:
- Facendo pagare una commissione sulle transazioni, come nel caso di DAI.
- Ottenendo interessi sulle riserve bloccate come collaterale, o facendo altri investimenti e prestiti, come avviene con USDT.
- Usando la Stablecoin come strumento di marketing per portare la compagnia e gli altri servizi che offre all’attenzione di un vasto bacino di utenti, come nel caso degli exchange Binance con la sua BUSD, Coinbase con la sua USDC, e Gemini con la sua GUSD, la prima Stablecoin al mondo a essere regolamentata.
A causa del fatto che sono gestite da società private c’è chi solleva il dubbio che le Stablecoin, essendo emesse e controllate da entità centralizzate che operano come una sorta di banca centrale, non siano di fatto criptovalute.
In realtà esistono diversi livelli di centralizzazione. Maggiore la collateralizzazione, soprattutto in Fiat, più alta, inevitabilmente, la centralizzazione, necessaria a garantire la solvibilità del sottostante.
Come vedremo, le Stablecoin algoritmiche o basate su altre cripto si prestano naturalmente a una maggiore decentralizzazione, potendo affidare la gestione degli asset e della stabilità a smart contract, algoritmi e DAO (Decentralized Autonomous Organization).
Come Funzionano:Le Stablecoin sono dal punto di vista tecnico dei token, ovvero criptovalute che esistono su blockchain di appoggio sotto forma di contratti.
Dovendo garantire artificialmente un valore costante necessitano infatti di sofisticati smart contract, che permettano di programmare funzionalità in grado di fissare il prezzo al livello stabilito a prescindere dalle condizioni di mercato.
Il meccanismo principale da considerare è quello del mantenimento del peg, l’ancoraggio al valore del sottostante. Se questo viene meno, e il prezzo della Stablecoin si discosta dal riferimento predefinito che dovrebbe replicare, si parla di ‘depeg’.
Come fanno le Stablecoin a rispettarlo? Sono diverse le soluzioni impiegate, ma possiamo ricondurre tutto a due tipologie essenziali, le Stablecoin collateralizzate e quelle algoritmiche:
- Nel primo caso la fiducia di utenti e investitori viene ottenuta per mezzo di collaterale. La società che gestisce la Stablecoin detiene asset corrispondenti alla quantità di monete rilasciate, in rapporto 1:1, a garanzia del fatto che queste hanno concretamente un valore equivalente a quello della valuta Fiat alla quale sono associate.
- Nel secondo caso non viene fatto uso di collaterale e la fiducia viene ottenuta affidandosi alla scientificità matematica del codice, con una gestione artificiale della fornitura mediante ancoraggio algoritmico.
Vengono programmati complessi smart contract con regole che fanno si che la quantità di moneta in circolazione diminuisca o aumenti automaticamente sulla base del suo prezzo, al fine di riportarlo alla cifra stabilita alla minima oscillazione. Sono la versione più recente di questa tecnologia e stanno ancora cercando un loro posizionamento, essendo basate su presupposti completamente diversi e meno concreti.
Tra le Stablecoin collateralizzate troviamo a loro volta le tre seguenti differenziazioni:
- Quelle coperte da valute Fiat. Le riserve di collaterale sono gestite dall’istituzione che le emette, e devono essere sempre in proporzione 1:1 con le monete rilasciate.
Ad esempio, ogni USDT è coperto da un vero dollaro che viene detenuto da Tether come collaterale. Questo significa che se Tether vuole coniare un milione di nuovi USDT, deve procurarsi riserve aggiuntive per un milione di dollari. Non può crearli dal nulla.
Il peg 1:1 assicura che gli utenti saranno in grado di riscattare veri dollari in cambio delle loro Stablecoin, in qualsiasi circostanza.
Agenzie di regolamentazione richiedono che le riserve siano regolarmente rese pubbliche per garantire che ci siano sempre abbastanza fondi per i token in circolazione.
Sono la forma più diffusa di Stablecoin, con smart contract più semplici e quindi stabili, e non a caso quella che storicamente si è dimostrata essere la più affidabile.
Essendoci della sostanza dietro, gli investitori hanno un più alto livello di tranquillità che i token valgano effettivamente quanto la moneta a cui sono ancorati.
Le Stablecoin collateralizzate con Fiat sono quindi la tipologia di riferimento. Il loro principale limite è che sono inevitabilmente centralizzate. Ciò può facilmente portare a scenari in totale antitesi con la filosofia cripto, come il congelamento di indirizzi avvenuto più di una volta su USDC di Circle. - Quelle coperte da altri asset, come oro, materie prime o anche immobili. Queste Stablecoin funzionano in modo simile a quelle basate su Fiat ma usano come collaterale asset fisici, e riflettono il valore dello specifico bene sottostante.
Ad esempio ogni token di PAXG rappresenta un’oncia di oro: le compagnie che gestiscono la Stablecoin, in questo caso Paxos, oppure Tether nel caso della rivale XAUT, sono regolamentate e detengono un equivalente in oro fisico.
Rappresentano un ottimo modo, per chi investe in criptovalute, di esporsi agevolmente a mercati ai quali altrimenti non avrebbe accesso.
Naturalmente per questa tipologia di token la stabilità è quella del bene di riferimento. Si presenta inoltre anche in questo caso la questione della centralizzazione. - Quelle coperte da altre criptovalute, come Bitcoin o Ether. Il mondo delle criptovalute si sforza di decentralizzare ovunque sia possibile, e questa soluzione è la più linea con i suoi principi fondamentali.
Qui, per garantire la stabilità a dispetto della volatilità dei sottostanti, si adottano approcci di sovracollateralizzazione, che comportano una copertura del 150-200% del valore delle Stablecoin emesse.
In questo modo si impedisce che improvvise fluttuazioni di prezzo del collaterale possano innescare un depeg o una liquidazione della nostra posizione, lasciandoci all’asciutto.
La moneta di riferimento di questa tipologia è la prima Stablecoin decentralizzata, DAI di MakerDao, un ottimo esempio di Decentralized Autonomous Organization.
Qualsiasi utente può partecipare all’emissione. Per coniare queste Stablecoin è sufficiente bloccare le criptovalute scelte come collaterale in un contratto che dà in cambio token collegati al dollaro.
Per via della sovracollateralizzazione è necessario però mettere a disposizione più cripto di quante Stablecoin vogliamo ricevere. Ad esempio, con un rapporto di collateralizzazione al 150%, per ottenere 1000 DAI è richiesto un deposito di 1500 dollari di Ether o Bitcoin. L’incentivo è che, mentre il collaterale anche se bloccato rimane nostro, quei 1000 DAI possono essere impiegati in altri modi per ottenere rendimenti.
In alternativa è possibile comprare e usare DAI già emessi, come avviene normalmente con altre Stablecoin.
Un altro progetto di questo tipo è la già citata USD Neutrino, che impiega WAVES come collaterale.
Il vantaggio principale è che è tutto perfettamente decentralizzato e gestito a livello di protocollo. Questo permette tra l’altro di visionare in modo trasparente su blockchain la veridicità di ogni posizione e l’effettiva collateralizzazione.
Gli svantaggi risiedono nei rischi dovuti alla volatilità del sottostante, nel fatto che i fondi bloccati sono inutilizzabili per altri scopi e, come sempre quando gli smart contract coinvolti si complicano, nella possibilità di bug o attacchi da parte di hacker, come testimoniato dall’attacco ad Acala USD di Agosto 2022.
Nel caso delle Stablecoin algoritmiche, è il codice che si occupa della stabilità del prezzo, mantenendo il peg con una di queste tre soluzioni:
- Algoritmo con meccanismo ‘rebase‘. Il prezzo viene mantenuto stabile regolando algoritmicamente la fornitura in circolo: lo smart contract monitora il prezzo e fa in modo che questo torni a un dollaro non appena si verifica una deviazione, rifacendosi alle leggi di domanda e offerta.
Alla minima oscillazione verso l’alto, dovuta a un numero di acquirenti in crescita, lo smart contract rilascia nuove monete. Ciò diminuisce la pressione causata dall’aumentata richiesta, riportando il prezzo al livello stabilito.
Se, al contrario, l’oscillazione è verso il basso a causa di un gran numero di venditori, un certo numero di monete viene rimosso, abbassando così l’offerta e favorendo la risalita del prezzo.
Un esempio è AMPL di Ampleforth. Il limite di questa soluzione è che finora non si è dimostrata sufficientemente stabile. - Algoritmo basato su signoraggio. Questo modello si distingue per smart contract che usano un sistema di signoraggio, agendo come una banca centrale che aumenta o diminuisce la quantità di criptovalute disponibili sul mercato, al fine di mantenere i prezzi stabili all’interno delle fluttuazioni di domanda e offerta.
La differenza rispetto alla soluzione rebase è che viene impiegato un meccanismo multi-coin: una delle monete coinvolte è progettata per rimanere stabile e l’altra funge da collaterale virtuale, per coniare o togliere di mezzo con un processo automatico di mint-and-burn i token necessari a riportare il prezzo della Stablecoin al valore prefissato.
Un sistema in teoria in grado di autobilanciarsi costantemente. Purtroppo l’esperienza ha dimostrato che provare a manipolare la fornitura in circolo non garantisce che il collegamento tenga in circostanze particolarmente critiche.
Esempi di questo approccio sono Basis Cash (BAC) e Empty Set Dollar (ESD), entrambe collassate poco dopo il lancio.
Il caso più clamoroso tuttavia è stato il fallimento dell’ecosistema Terra avvenuto a Maggio 2022, basato sulla coppia LUNA token e Stablecoin UST collegata al dollaro.
A seguito di una fase di mercato in forte crisi, UST ha subito un grave depeg verso il basso. L’algoritmo, continuando a creare nuovi LUNA nel processo di togliere UST dal mercato per cercare di tornare al livello di un dollaro, è entrato nella cosiddetta ‘death spiral’.
Questo ha innescato negli utenti una vendita in preda al panico dalla quale sia il prezzo di LUNA che di UST sono usciti rasi al suolo nell’arco di una manciata di giorni, polverizzando miliardi di dollari di risparmi degli investitori.
Questo brutto episodio ha dimostrato la fragilità e ancora insufficiente affidabilità del sistema, che per essere adottato, considerati i capitali in gioco, deve essere assolutamente inattaccabile. - Algoritmo con meccanismo di collateralizzazione frazionaria. Siccome le Stablecoin collateralizzate con Fiat sono estremamente più affidabili, le Stablecoin algoritmiche frazionarie cercano di combinare i vantaggi delle algoritmiche con la sicurezza di quelle dotate di copertura in valuta stabile.
La differenza rispetto alle collateralizzate è che usano gli algoritmi programmati negli smart contract per gestire il fatto che i capitali detenuti sono solo una frazione di quelli creati sotto forma di token Stablecoin, e queste sono quindi solo parzialmente supportate da concreto collaterale.
IRON è un esempio, purtroppo non riuscito. Un altro progetto è FRAX di Frax Finance, che sembra invece funzionare molto bene.
In quelle collateralizzate con Fiat lo smart contract si occupa esclusivamente del funzionamento del token e non del mantenimento del peg.
Quelle puramente algoritmiche sono prive di collateralizzazione, ad eccezione di una minima componente in quelle frazionarie.
In pratica per semplicità si parla di algoritmiche o collateralizzate in base alla componente che ha più peso.
Le algoritmiche sono certamente la forma più evoluta e più decentralizzata di Stablecoin. Ad esempio, grazie alla trasparenza della blockchain è molto facile verificare qualità dei contratti e legittimità delle entità coinvolte, semplicemente usando un blockchain explorer.
L’assenza di collaterale rimuove inoltre i rischi legati alle oscillazioni del suo prezzo o a possibili insolvenze.
Tra gli svantaggi troviamo però numerosi e inammissibili punti deboli, tra cui il paradossale limite che queste Stablecoin non sono stabili a sufficienza.
Finora nessun progetto è riuscito a mantenere le promesse, usando questa soluzione in maniera efficiente e garantendo la stabilità desiderata in momenti di grande pressione.
Tutto sembra funzionare finché il mercato è in una fase di espansione e lo specifico progetto è protagonista di una crescente adozione. In queste condizioni il peg viene sempre mantenuto perché anche in occasione di temporanei episodi ribassisti ci sono comunque acquirenti a sufficienza per assorbire le monete in circolo.
Quando però si entra in un momento di contrazione, e gli investitori preferiscono muoversi verso altre criptovalute o uscire del tutto dal mercato, è facile che si inneschi la temuta death spiral, la spirale viziosa provocata dall’abbondanza di monete di cui tutti vogliono disfarsi, che finisce per far precipitare la Stablecoin a zero a dispetto delle operazioni correttive dell’algoritmo.
In sostanza le Stablecoin soffrono, così come le criptovalute, di un trilemma, che in questo caso invece di essere tra decentralizzazione, sicurezza e scalabilità, riguarda decentralizzazione, stabilità ed efficienza dei capitali impiegati, come spiegato in questo ottimo articolo di Cointelegraph e sintetizzato nel seguente grafico.
Applicazioni e Benefici:Come visto le Stablecoin, nella loro espressione più pura, permettono di combinare la stabilità delle monete Fiat e tutti i vantaggi delle criptovalute: decentralizzazione, assenza di intermediari, spostamenti di capitali rapidi e con commissioni minime, inclusività, autonomia nella gestione finanziaria, trasparenza.
Se ci rendiamo conto che si trovano su network globali e decentralizzati che non sono controllati da banche, governi o multinazionali, capiamo di avere a che fare con una conquista tecnologia dalle possibilità rivoluzionarie.
L’utilizzo più logico sarebbe quello di usarle come mezzo di scambio, per un pagamento oppure per trasferire capitali, come con qualsiasi tipo di denaro.
Tuttavia la popolarità ancora limitata e il fatto che ne esistono un gran numero in competizione tra loro, comporta che siano poco accettate come forma di pagamento, a dispetto dell’equivalenza con le valute tradizionali.
Per questo motivo attualmente le Stablecoin vengono percepite più come utility coin, ovvero strumenti che risolvono un certo problema e consentono di accedere a specifici servizi e funzionalità.
Le opportunità che si aprono con il loro impiego sono comunque numerose e ancora tutte da scoprire. Tra queste possiamo evidenziare le seguenti applicazioni. Permettono di:
- Innanzitutto, come per qualsiasi altra criptovaluta, acquistare o vendere su exchange, scambiare con altre cripto, trasferire da e verso indirizzi, e conservare le monete in wallet non custodial.
- Spostare fondi stabili tra exchange rapidamente e a costi ridottissimi, cosa impossibile da fare entrando e uscendo dal sistema Fiat.
- Operare in dollari/euro su exchange centralizzati che non accettano monete Fiat, o sui quali preferiamo non interagire spostando fondi con bonifici e interazioni col sistema bancario.
- Sottrarsi ai rischi della volatilità uscendo dal mercato e mantenendo il capitale ma rimanendo nell’ecosistema cripto.
- Allocare, in un portfolio di investimento, liquidità a basso rischio e pronta per l’uso.
- Bloccare e preservare un profitto istantaneamente, e con commissioni irrisorie. Quando un investitore vuole realizzare un profitto dopo una fase di rialzo del mercato, in attesa di rientrare a prezzi più bassi, le Stablecoin sono lo strumento perfetto cui rivolgersi.
- Accedere agevolmente a mercati esterni alle criptovalute, come quello dei metalli preziosi. Il caso dell’oro è significativo, in quanto mostra quanto la sua versione tokenizzata sia estremamente più pratica da gestire.
Gli utenti possono entrare o uscire dall’investimento in qualsiasi momento e in tutta sicurezza, e in base ai pairing disponibili nei vari exchange scambiare i token per Fiat, altre Stablecoin oppure altre criptovalute come BTC o ETH. - Inviare ovunque nel mondo, a fees bassissime e nell’arco di qualche minuto, l’equivalente di dollari o euro, senza ricorrere ai circuiti bancari. Pensiamo all’onerosità delle commissioni e alla lentezza dei servizi di trasferimento di denaro internazionali come Western Union o Money Gram.
Oggi con un telefono e una connessione a internet esiste un’alternativa aperta a tutti, senza confini e pressoché gratuita. - Detenere, trasferire o scambiare moneta corrente senza bisogno di avere un conto in banca. Ci sono circa due miliardi di persone che ancora non hanno accesso al sistema bancario tradizionale. Con le Stablecoin, così come con Bitcoin e le altre cripto, ognuno può diventare la banca di se stesso.
Si aprono così enormi possibilità, facendo spazio a livelli di indipendenza e inclusività finanziaria inconcepibili senza questi strumenti.
Pensiamo ad esempio a chi abita in paesi poveri o con grandi livelli di inflazione: con le Stablecoin non solo ha immediato accesso a un circuito finanziario globale, ma può anche scambiare autonomamente la valuta locale per dei dollari e preservarne così il valore. - Effettuare transazioni in valute differenti da quelle nazionali. Anche in Italia scambiare euro per un’altra valuta è un processo che richiede complesse intermediazioni. Con le Stablecoin ognuno può uscire e entrare in diversi mercati e valute, senza dover chiedere il permesso a nessuno, a costi minimi e con finalizzazione istantanea.
- Accedere a strumenti pieni di funzioni e opportunità come gli exchange decentralizzati (Dex), gli NFT e i protocolli DeFi, usando un tipo di moneta con cui abbiamo familiarità. Mentre con altre cripto può essere più macchinoso, le Stablecoin grazie all’equivalenza al dollaro semplificano significativamente l’interazione con programmi di staking, pool di liquidità, marketplace di token non fungibili, e varie strategie di investimento.
- Ottenere interessi o prestiti in criptovalute, su piattaforme come Compound, senza doversi preoccupare delle oscillazioni di prezzo. Il 10% all’anno di rendimento depositando Ether conta poco se poi il suo prezzo crolla del 50%. Il 10% su una Stablecoin invece è decisamente più appetibile e concreto.
Il lettore si assume la piena responsabilità delle sue azioni. Per chi è intenzionato a investire si raccomanda di rivolgersi a professionisti del settore.
Tutte queste possibilità sono facilitate da una vasta infrastruttura complementare, la cui estensione varia in base al livello di adozione di ogni progetto.
Le Stablecoin più diffuse, come USDT e USDC, sono disponibili su decine di exchange e di network diversi, in molteplici trading pair, e sono supportate da quasi tutti i wallet. Nel caso di soluzioni meno popolari potremmo invece incorrere in problemi di scarsa liquidità o di mancanza di supporto, che si tradurrebbero nell’impossibilità di procedere con una operazione.
Maggiore il numero di trading pair, di network, di exchange, di wallet integrati, e più sostanziosa la capitalizzazione di mercato, più alte le garanzie (o più prudentemente sarebbe meglio dire probabilità) di continuità del servizio e longevità del progetto.
La competizione tra i vari ecosistemi è infatti spietata: consideriamo il caso di Binance, uno dei principali exchange, che a Settembre 2022, allo scopo di favorire la propria Stablecoin BUSD, ha spregiudicatamente rimosso le principali concorrenti dai trading pair disponibili.
Per imparare come non sbagliare possiamo riferirci alla guida ‘La Differenza tra Criptovalute e Token ERC20, BEP2, BEP20, SPL e TRC20 + Come non Commettere Errori nel Prelevare‘.
Rischi:Per guadagnarsi la rilevanza cui ambiscono, le Stablecoin devono essere sicure ed esenti da problemi di sorta. Probabilmente l’unico modo di raggiungere lo scopo è quello di avere una completa e verificata copertura con asset reali e auditing esterno di alta profilatura.
Al momento, a dispetto dei numerosi progetti attivi, il bisogno di una Stablecoin decentralizzata è ancora del tutto attuale, in quanto non ne esiste alcuna in grado di misurarsi con gli standard che uno strumento del genere richiede.
Prima di pensare di gestire importanti capitali per mezzo di Stablecoin è quindi doveroso soffermarsi sui numerosi rischi che presentano:
- Instabilità. L’effettiva capacità delle Stablecoin di mantenere il valore stabilito è spesso sotto accusa. A parte i rari casi di vero e proprio collasso, sono frequenti i fenomeni di depeg temporaneo nei momenti di grande volatilità del mercato cripto, che, anche quando scollegano il prezzo dalla cifra di riferimento per non più di qualche ora, gettano gli investitori nel panico.
- Problemi di collateralizzazione. Numerose compagnie, anche tra le più quotate, sono sospettate di emettere più monete del collaterale da loro detenuto. Questa situazione crea un gravissimo rischio di insolvenza e costituisce un potenziale punto di rottura dell’intero ecosistema.
Se dovesse diffondersi notizia dell’insolvenza di una delle aziende che rilasciano Stablecoin collateralizzate, e questo dovesse causare una perdita di fiducia degli utenti e conseguente vendita in massa, potrebbe innescarsi una rottura irreversibile del peg che manderebbe nel caos il progetto, con ripercussioni devastanti.
Un crollo di Tether ad esempio, considerati i miliardi di dollari coinvolti non solo su exchange ma in innumerevoli protocolli DeFi e smart contract, avrebbe effetti catastrofici sull’intera infrastruttura delle criptovalute.
Purtroppo, a complicare le cose, non è facile avere un quadro realistico della situazione di una società a meno che questa non scelta di essere totalmente trasparente al riguardo. - Rischi dovuti alla centralizzazione. Le società coinvolte, anche quando ineccepibili nelle loro operazioni, rimangono aziende private, soggette a rischi di fallimento, regolamentazioni o congelamenti di capitali imposti da autorità esterne.
Se la compagnia a capo di una Stablecoin dovesse chiudere, questa varrebbe improvvisamente zero e rimarremmo senza niente in mano e senza alcuna possibilità di appellarci a una autorità per recuperare i fondi. Un punto debole che sul lungo termine non è ammissibile. - Regolamentazione. Sono in corso tentativi di disciplinamento normativo sempre più stringenti da parte delle autorità finanziarie internazionali. All’aumentare dell’adozione di questi strumenti temono infatti, e a ragione, che possano nel tempo avere un effetto dirompente sulla finanza tradizionale e porre una concreta minaccia alla sua stabilità.
Le istituzioni tradizionali non lasceranno che enti non governativi creino asset che imitano le valute legali senza imporre regole ferree a cui attenersi o, circostanza estrema, provare a impedirne la circolazione. Ricordiamo l’esempio di Basis, costretta a chiudere nel 2018.
Questo comporta che, anche se regolamentazioni ben progettate possono essere costruttive e tutelare gli investitori da alcuni dei rischi, detenere Stablecoin in larghe quantità significa esporsi alle probabili imposizioni che emergeranno in futuro.
Teniamo presente che anche al di fuori del mondo cripto i tentativi sia di PayPal che di Facebook di creare sostituti alle monete Fiat sono stati prontamente repressi. - Attacco agli smart contract. Trattandosi di strumenti che gestiscono miliardi di dollari per mezzo di smart contract, sono sempre nel mirino di agenti malevoli che cercano di individuare vulnerabilità e falle nel codice, da sfruttare per estrarre capitali.
Eventi di questo tipo sono tutt’altro che rari, come documentano gli episodi di exploit avvenuti sul Ronin Bridge di Axie Infinity (550 milioni di dollari), i 320 milioni sottratti al Wormhole Protocol a inizio 2022 o ancora il Poly Network hack da oltre 600 milioni di dollari. - Mancanza di assicurazioni e tutele. I conti bancari della finanza tradizionale sono assicurati. Non esiste al momento niente del genere nelle criptovalute. Si intravedono i primi esperimenti in tal senso, come i piani offerti da alcuni exchange o da iniziative come CoinCover o Breach Crypto Shield, ma gli eventi coperti sono limitati e siamo lontani dalle tutele istituzionali, anche perché diventare la banca di se stessi comporta per definizione di farsi carico di queste componenti.
Nel valutare se e come utilizzare Stablecoin è indispensabile procedere con una approfondita ricerca sul progetto di nostro interesse, rifacendosi ai principi generici spiegati in ‘10 Verifiche Prima di Comprare Qualsiasi Criptovaluta‘, e ricordando di essere estremamente prudenti, come sempre quando si ha a che fare con cripto asset.
Tutelarsi:Tolti i rischi legati alle numerose variabili che entrano in gioco, che come visto non sono pochi, le Stablecoin sono strutturalmente sicurissime, così come tutte le criptovalute.
Se conosciamo la tecnologia e se operiamo correttamente e rispettando le normali misure di sicurezza che si applicano a tutto il mondo cripto, possiamo essere certi che almeno sul fronte tecnico, che è quello che controlliamo noi, non avremo brutte sorprese.
A tal proposito, i seguenti articoli possono essere d’aiuto a chi dovesse aver bisogno di chiarire un argomento specifico:
- 10 Errori da Evitare con le Criptovalute – Guida Gratuita
- Come Evitare di Essere Truffati e Perdere Criptovalute – 10 Strategie
- Tenere al Sicuro Criptovalute e NFT – Wallet + Seed – Best Practices
- La Differenza tra Seed Phrase, PassPhrase, Password e PIN nei Wallet per Criptovalute
Conclusioni:
Come quasi sempre con le criptovalute, l’entusiasmo per le possibilità offerte dalla tecnologia vanno di pari passo con le perplessità dovute ai rischi che possono emergere. Questo è tanto più vero quanto una certa soluzione è recente e ancora in fase sperimentale.
L’ideale è cimentarsi con gli strumenti di proprio interesse dandosi l’obiettivo di imparare a usarli, in veste di primi precursori a sperimentare con una tecnologia all’avanguardia, in modo da trovarsi preparati quando questa sarà pronta per una diffusione su larga scala.
Inutile dire che questi primi passi andranno compiuti con estrema prudenza e impegnando fondi simbolici o che ci si può comunque permettere di perdere.
Come Comprare le Tue Prime Criptovalute in Dieci Minuti in Modo Sicuro su Kraken
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Come Investire in Bitcoin e Criptovalute e Strutturare un Portfolio – Principi – Gestione – Esempi
Cos’è MetaMask Wallet, come Installarlo e come Usarlo su Desktop e Mobile – Guida MetaMask Completa
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